Interviste in circolo

Clementina Coppini

Eccoci alla nostra seconda intervista e questa volta ci sentiamo di dire che Clementina Coppini è, prima di tutto, una grande e meravigliosa amica e poi, anche se lei ama sminuirsi,  un’abilissima scrittrice. Noi lo sappiamo bene e speriamo che presto ve ne rendiate conto anche voi.

Stranamente abbiamo due biografie di Clementina, entrembe scritte dalla medesima, e siccome non sapevamo quale scegliere ve le propiniamo tutte e due.
1) Scrittrice giornalista, vive su questa Terra da mezzo secolo. Laureata in lettere classiche, ormai non distingue più il greco dal latino. E’ mezza brianzola e mezza bresciana ed è fiera di essere un ibrido, cosa che del resto è anche il frutto di cui porta il nome. Qualcuno potrebbe pensare che sia una persona monocorde. Infatti è così.Ha pubblicato nel 2011 per Sottovoce il romanzo IL COMPLESSO DI GIANO e nel 2016 per Bellavite il romanzo ALAMARO.
2) Clementina: agrume laureato, moglie, madre, massaia, scrittrice, giornalista, fiera proprietaria del gatto Fulmine e balùba professionista. Attualmente vivente.

http://pensierinidiunmandarancio.blogspot.it/
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Intervista in Circolo

1) Cosa ti evoca la parola Signora?
Eleganza, quella vera, quella che, come diceva Madame Chanel (anche se mi rendo conto che per una sciattona come me citare la grande Coco è come per un calamaro suicidarsi gettandosi nell’olio bollente), non consiste nell’indossare un vestito nuovo. È un insieme di virtù più o meno visibili in grado di creare l’allure, ciò che rende davvero unici. Comunque il più bell’ornamento di una donna è la sua intelligenza.

2) E la parola Circolo?
Dunque, in primis mi vengono in mente i pinguini del Circolo Polare, anche se non mi ricordo mai se i pinguini vivano nel Circolo Polare Artico o nell’Antartico (mai saputa la geografia). Poi mi viene mente il Circolo dove i vecchietti giocano a briscola e rubamazzetto. Infine penso ai Circoli culturali, posti dove peraltro non mi hanno mai invitata sempre per la sopraccitata questione del calamaro che si frigge da solo. Scusate, ma credo di aver pensato troppo e ora mi è venuto un Circolo alla testa.

3) Il tuo segreto per affrontare i momenti difficili?
Nervi saldi, valeriana, ogni tanto qualche Lexotan, ma soprattutto la chiara coscienza del fatto che tanto prima o poi, nel bene o nel male, tutto finisce. E naturalmente tanto prosecco.

4) Cosa ti piace condividere con le amiche?
Il tempo, l’affetto, i dubbi, il divertimento, le conquiste, ma anche il cibo (i vestiti no perché i miei abiti alle mie amiche fanno schifo, ma io, compatibilmente con la taglia, i loro invece li indosso), le vacanze, le belle giornate, il cibo: non solo i beni immateriali, ma anche quelli materiali. E naturalmente il prosecco.

5) il nostro motto è ” Se non lo sai…te lo diciamo noi” raccontaci una cosa che sai solo tu e che vuoi condividere con tutte le Signore in Circolo
Non credo di sapere qualcosa di cui qualcun altro sia all’oscuro, anzi più ci rifletto più mi rendo conto di non avere nessuna rivelazione folgorante da fare. Però conosco un illuminante aforisma di Goethe sull’argomento (Mi piacciono gli aforismi perché puoi sembrare intelligente limitandoti a rubare le idee degli altri). Dice così: “Quello che io so chiunque lo può sapere, ma il mio cuore … quello non l’ho che io”. Era scritta sul mio diario di seconda superiore. Non so bene cosa voglia dire, ma ci credo da allora.

Vi ringrazio e vi saluto, Belle Signore in Circolo (Artico o Antartico)

Grazie Clementina

 

ALAMARO

C’è un uomo d’affari in macchina con il suo autista. È a Milano, sta andando in ufficio dalla stanza del suo albergo, perché lui, non volendo avere una casa, vive in albergo. Si chiama Alamaro. Strano chiamarsi come un bottone. Vede un bambino che va a scuola portando sulle spalle una cartella rossa. Come la sua quando aveva quell’età. Questo innesca un processo che lo porta a ricordare il suo passato e a decidere di cambiare la sua vita. In fondo era stufo. Ha iniziato a lavorare presto e, partito da zero, è diventato ricchissimo. Così Alamaro scappa dalla sua vita. Prima va a Venezia e poi si nasconde in Costa Azzurra dove fa il clochard, anche se tiene sempre una stanza in un albergo di lusso. Torna a Milano, crea una fondazione e va in Africa per fare volontariato in un ospedale (ma anche qui tiene una stanza in un albergo dove va ogni tanto, perché ne ha psicologicamente bisogno), poi si stufa e torna a Venezia, la sua città natale, acquista una casa favolosa (si sente pronto per avere una casa) e crea un orfanotrofio: ha adottato una bambina che aveva incontrato in ospedale e che è la prima persona a cui si è affezionato veramente in vita sua. Adotta altri bambini e la sua vita non è più vuota. Infine lascia la sua opera ai suoi figli adottivi e torna nel luogo in cui è cresciuto, la Camargue.

Alamaro fa grandi gesti di generosità ma resta sempre un po’ cinico, crea legami forti ma pratica il distacco. È molto amato dalle donne anche se cerca sempre di evitare il coinvolgimento. Ogni capitolo ha come titolo il nome di una donna che a vario titolo entra nella sua vita.

Il romanzo ha come punto focale la rimozione: circondato da una società che vuole ricordare e immortalare ogni attimo, Alamaro preferisce dimenticare e ci riesce benissimo. Lo stile è quello del romanzo d’appendice, magari un po’ rivisitato, almeno nelle povere intenzioni dell’autore, che si è dovuto appoggiare alle sue scarse capacità.

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3 Comments

  1. Ironica, intelligente, simpatica e accattivante Clementina! Bella intervista! Una vera ‘Signora in Circolo’ 💖

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